Quando ho iniziato a scattare con la Reflex mi innervosivo molto. Non avevo la pazienza di imparare, e per questo ho sempre usato come modalità la Aperture (no, non ho mai scattato con modalità automatiche) e rifuggivo dalla Manuale: troppi parametri da tenere a bada.
Un paio di settimane fa, invece, ho deciso di provare. E il risultato, che potete vedere anche voi, non mi pare poi così brutto. Ci sono riuscita. E non perchè io abbia acquisito chissà quale ulteriore conoscenza fotografica. Sicuramente in anni di fotografie, e dopo un intero anno passato a scattare una foto al giorno mi sono sentita più sicura, più capace. Ma la differenza è stata la possibilità di concedermi del tempo.
E oggi, mentre portavo a passeggio il soggetto della foto, l'occhio mi è caduto sul giardino di un condominio accanto. Un giardino che questo inverno è stato rivoltato e che in questi mesi, dunque, appariva brutto, spoglio. L'ho osservato gioco-forza tutti i giorni, e ora riesco a vedere il disegno che c'è dietro. Ho visto le pietre rosa. Ho visto i sentieri, si comincia a intravedere l'erba. Prende forma.
E ho capito.
Ho capito che la vita è esattamente come quel giardino (che originale paragone, vero?): anche se a volte dobbiamo strappare qualcosa, o tagliarla, anche semplicemente abbandonarla e quindi sentirci persi, intimoriti, con la paura che stiamo rovinando qualcosa a favore dell'incertezza più totale, se abbiamo la pazienza, se ci concediamo la pazienza di non ascoltare i commenti degli altri, se ci concediamo la pazienza di credere in ciò che abbiamo fatto, allora i risultati cominciano a vedersi.Magari non sono ancora quelli sperati, magari l'erba non crescerà rigogliosa come ci aspettavamo, o magari si seccherà al sole, ma che bello osservare la trasformazione.
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