9 dicembre 2012

Introducing Miltos Manetas

(M. Manetas, Dogs and Paintings)

Stamattina, mentre la nebbia lasciava pian piano il posto ad un cielo azzurro da montagna, su Grazia.it - un bel magazine che racchiude un pò di tutto (dai trend al food passando per l'arte) - mi sono imbattuta in un articolo su un artista greco, Miltos Manetas.

Le sue opere sono un incrocio tra nuove tecnologie e arte classica, o per meglio dire cercano di utilizzare i nuovi strumenti di cui siamo tutti ogni giorno circondati (nello specifico, un Blackberry) per creare una nuova concezione di arte.
Tale corrente artistica prende il nome, niente meno, di "Internet Art". Oppure, come Manetas stesso la definisce: Neen.
Al di là delle possibili definizioni, non conoscevo questa corrente artistica e di pensiero, ma la trovo molto interessante, soprattutto perchè specchio del nostro tempo.
Viviamo immersi in tutto ciò che è social (anche senza volerlo) o web. Ormai il così detto e definito mondo virtuale è molto reale e vicino al quotidiano, facendo cadere barriere e confini, non solo fisici (consentendoci di parlare e di entrare in comunicazione con persone dall'altro lato del globo), ma anche mentali (l'utilizzo delle nuove tecnologie, come qualunque strumento, modifica le nostre connessioni neurali. Lo sapevate, vero? :-) ) e soprattutto psicologiche.

Mi piacciono le ragioni che Manetas porta avanti per spiegare la propria arte: «Il mio interesse è quello di un pittore che cerca di rappresentare il mondo come appare [...], dal 2000 mi sono veramente concentrato sulle potenzialità del mondo virtuale perché è lì che si trovano paesaggi ancora sconosciuti, inesplorati; è lì che si trovano situazioni che non sono ancora arte ma che lo possono diventare».
Un po' come a voler cogliere un processo in eterno divenire, quello fluido di Internet, che non è mai uguale a se stesso, ma si arricchisce ogni volta, grazie al contributo di ciascuno.
Non avevo mai pensato al mondo di internet, o alle sue tecnologie, come arte in senso stretto. Anche se mi è capitato più volte di ammirare (e desiderare) una cornice o un orologio composti con le schede madri di un computer, per fare un esempio.

Manetas ha dato il via ai suoi quadri così, quasi per caso: «Ho preso un pennello, mi sono messo davanti a un paesaggio e ho cominciato a dipingere, a tracciare i contorni del paesaggio nell’aria. Con la mano sinistra ho iniziato a filmare il gesto con il BlackBerry [...] I filmati hanno una patina che ricorda il cinema degli anni venti e trenta. È come se catturassi l’aura del posto e delle situazioni».


E in fondo, abbiamo davanti a noi praticamente tutti i giorni, forme di arte simili a questa: penso alle fotografie che tutti ormai scattiamo con Instagram, o agli aforismi che Twitter ci costringe a scrivere, oppure ai romanzi a puntate che appaiono su alcuni blog e così via.

Un po' come a dire: in fondo, basta poco, prendete un cellulare o una digitale e lasciate libera la vostra creatività. Vi porterà sicuramente in luoghi che non avete ancora esplorato :)

PS: con questo post partecipo al contest di Grazia.it "Blogger we want you" ;)

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