21 settembre 2012

Heavy duty


A volte mi domando se la capacità di trovare la poesia nella tristezza (intesa come sofferenza e miseria) sia una dote o una difesa.
Mi domando se il cercare qualcosa di poetico in situazioni che "in realtà" (ma la realtà dove sta?) sono solo amare, tristi e forse poco poetiche, non sia una condanna a non voler vedere a non voler soffrire. O forse sono un patetico tentativo di elevare la propria sofferenza, di renderla più grandiosa di quanto in realtà non sia.
La sofferenza umana, sempre ed esclusivamente umana resta.
Forse non c'è grandezza nel dolore, se non quello della sopravvivenza, del poter e dover andare avanti, no matter what.
Ma poesia, proprio non so..
Forse chi legge troppo è condannato: sicuramente vede cose che a chi non legge sfuggono, ma mi domando se non aggiunga anche ciò che non c'è in situazioni che non lo meritano.
Un litigio, forse, non ha niente di poetico e di grandioso, tanto per fare un esempio. E cercare qualcosa di grandioso o appunto poetico, forse, è solo un modo per soffrire di meno, per non vedere, per non voler capire.

Non lo so.
L'unica cosa che so, e per certo, è che molto spesso vorrei essere un cane. Il mio cane.
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A strange theory

Ho una carissima amica (grazie al Cielo!) che ha una curiosa teoria: da sempre siamo stati abituati a celebrare e festeggiare i momenti belli della vita. Mai nessuno, forse, ha pensato a brindare nei momenti cattivi, per darsi coraggio, per capire che c'è del buono anche nel marcio (e del marcio nel buono, ovviamente).
Così, seguendo questa curiosa teoria, mi ha portata ad annegare la mia sofferenza in un posto molto bello, che per sapori e odori ci ricorda la nostra amata NYC.

Tizzy's si trova sui navigli, proprio a pochi passi dal Libraccio, nel cuore di quella che a volte e a tratti viene definita la poliedrica movida milanese dell'aperitivo.
Ti siedi fuori su tavoli di metallo (perchè la stagione lo permette) e tra venditori di rose e mendicanti (Mio Dio, ma quanti sono? Quanto basta per bloccarti la fame e farti sorgere molte ansie sul tuo futuro e molte domande) cerchi di ordinare e di farti capire dal cameriere che sembra in effetti appena sbarcato da NYC.
I prezzi sono quelli della movida e dei navigli: 12€ panino con patata escluso bere. I dolci scordateveli: sono un salasso (6€ la fetta di cheesecake... prego?!).
Il panino non è male: viene servito aperto a metà, così che tu possa farcirlo di salsa quanto vuoi e quanto basta.
Molto periglioso è riuscire a mangiare senza farsi colare salsa e unto in ogni dove. E la mancanza di tovaglioli penalizza il tutto, rendendola un'operazione sanguinaria e unta.
Per il resto il panino si merita un 7: è buono, ma non esageratamente buono, forse perchè siamo abituate a Mc o Burger King che sanno di plastica. Magari esiste la dipendenza da plastica, anche se non entro in un Mc da anni, ormai, e non per una qualche ragione etica, sono mancate le occasioni e non le ho mai cercate.
Scordatevi che abbia qualcosa a che fare con quelli che mangiavamo a NYC: non esiste proprio, ma diciamo che hanno qualità superiore a quella di BurgerMama, grande delusione (anche se look decisamente migliore!).


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1 settembre 2012

From Dubrovnik to Trogir

Korcula - Detail

La Croazia sembra essere stata, quest'anno, meta praticamente di quasi tutte le persone che conosco.
Non mi ha mai attirata più di tanto, nonostante tutti ne parlassero un gran bene, e come sempre il mio istinto aveva ragione.

I luoghi, intendiamoci, sono sicuramente suggestivi, ma niente di stupefacente o di particolarmente diverso dalla Sicilia o dalla Sardegna.
In aggiunta, a mio avviso, le località turistiche avevano prezzi folli, pari a quelli di Milano, tanto che è stato difficile per noi cenare spendendo meno di 35€ a testa, senza mai ordinare nè dessert nè caffè.
I vini croati sono pessimi, e la cucina non è nulla di particolare. Molto buona, invece, la crema di peperoni che a volte accompagna la carne (mai buona, però, quanto la crema di peperoni verdi di Voghera).

Insomma, la Croazia "meravigliosa anche perchè non spendi nulla" non so se sia mai esistita, ma sicuramente non è quella che ho avuto modo di visitare io.
E' vero, il taglio della mia vacanza era sicuramente sui generis: ho risalito la costa dalmata in barca a vela, da Dubrovnik (splendida, è valsa l'intera vacanza) a Trogir, dormendo quasi sempre in rada e qualche volta attraccando in porto (dove la legnata era dietro l'angolo, chiaramente).

Korcula

Korcula, la città di Marco Polo, dove ho passato una mattinata intensa a cercare un cappello che potesse andare bene anche in barca.

Hvar sunset

L'isola di Hvar, dove abbiamo fatto per la prima volta  conoscenza con il flottiglione di The Yacht Week, iniziativa che raduna 50+ barche da tutto il mondo, età media 20-30 (massimo), tanto alcol e divertimento (?).

Trogir 

Trogir, splendido borgo nel quale siamo riusciti a pranzare in una casa meravigliosa, di cui rimanevano solo le pareti.

Di questo viaggio porterò con me il bagno dell'acqua cristallina alle 8 del mattino, la consapevolezza che la vita è difficile, ma anche bella se si ha la pazienza di sopportare persone e situazioni spiacevoli. Ho imparato che la cattiveria e la stupidità persistono anche a 40 o 50 anni e che l'invidia è la causa di entrambe in molti casi. Ho imparato che il mio carattere spesso mi porta a infilarmi in cul-de-sac e che ho ancora molto da lavorare, ma ho imparato anche che - grazie a Dio e a chi mi ha amata - che non sarò mai come certe persone che ho avuto la sfortuna di incontrare.

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