10 gennaio 2017

Inizi

Non mi piace fare (buoni) Propositi per l'anno a venire.
Non penso nemmeno di averne mai fatti e - se mai è capitato - li ho puntualmente disattesi probabilmente.
Non mi piace il senso di dovere intrinseco, e il fatto che qualcosa che potrei porre come obiettivo a Dicembre potrebbe risultare del tutto superfluo a Marzo.

Preferisco invece tirare le somme a fine Anno, chiedermi se qualcosa è davvero cambiato, se sono riuscita a realizzare qualcosa che per me era o è importante, comprendere perchè non sono riuscita o su cosa ho puntato, che anno è stato, cosa ha rappresentato per me.

Questo 2017 si apre come una pagina più bianca del solito: all'improvviso mi sono ritrovata con la possibilità di avere del tempo effettivamente libero, tempo che ho svuotato perchè convinta che mi si sarebbe riempito per un progetto che si concretizzerà a Giugno.
E invece, ohibò, il progetto non sembra portare via così tanto tempo, così tante energie. Chissà, poi magari mi troverò - come sempre - in affanno gli ultimi giorni, ma per ora è così.

Coerente, però, con la mia scelta di non fissare paletti a-priori (anche perchè non saprei bene quali, onestamente), ho deciso di ripartire da qualcosa che amo e che da sempre mi accompagna: la scrittura e la lettura.
E dunque, qui ritorno, pur avendo negli anni aperto non solo questo spazio.

Il libro che mi accompagna in questo primo pezzettino di 2017 è stato scelto ovviamente a caso e altrettanto ovviamente non a caso: Le Correzioni, di Jonathan Franzen.
Guarda caso un libro che parla di chi faticosamente cerca di rompere con il passato, di resistere a chi lo obbliga ad essere diverso da quello che è, a chi cerca con molta fatica, sofferenza e ironia la propria strada. Un libro che parla di case lasciate, di ritorni faticosi e di posti nel mondo cercati e chissà se trovati.

Ve lo saprò dire alla fine della lettura e alla fine del 2017, per ora, cammino.


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25 luglio 2013

La voce a te dovuta



Prendo in prestito il titolo di una raccolta di poesie di Pedro Salinas perchè credo che rappresenti bene ciò che provo in questo momento.
Ci sono vissuti, emozioni e sentimenti che esigono una voce, così come ci sono assenze che dobbiamo per forza lasciare tacere.

L'indignazione no, però. La protesta, nemmeno.
E così come la gratitudine.
Sono tre sentimenti cui si deve dare voce, dedicare uno spazio, lasciar parlare.

E tramite queste parole, allora, esprimo la mia indignazione e al contempo la mia gratitudine. Naturalmente su due fronti diversi, ma che in qualche modo sono vicini.
Protesto e mi indigno, come sempre, per la mancanza di coraggio e di trasparenza.
Ma forse non si può pretendere da chi è codardo che ammetta le proprie mancanze. Non ci si può aspettare un barlume di autocoscienza da chi ha sempre rifuggito i difetti inseguendo un'immagine di grandezza che fa in realtà acqua da tutte le parti.
La gratitudine va invece al silenzio e al rispetto. A chi all'opposto è in grado di stare fermo, seduto, a volte all'apparenza anche immobile, su una panchina. A chi professa la gentilezza, a chi mette sul piatto le proprie mancanze e in qualche modo ha il coraggio di guardarle in faccia.
Anche qui, di certo, l'errore è quello di cadere nell'illusione della dicotomia: bianco e nero.
E' sempre tutta una sfumatura di grigi.
Ma è meno pericoloso chi in qualche modo mostra ciò che non va, piuttosto di chi invece si ritiene un guerriero e in realtà l'unica lotta che è in grado di portare avanti è quella contro il mondo perchè deve difendersi perennemente dallo spauracchio del fallimento.

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23 maggio 2013

True colors


In questi giorni, complice la ri-verniciatura di casa, ho cominciato a pensare che le relazioni e i rapporti umani sono come le tinture.
Un bel colore è il risultato di diversi pigmenti, mischiati tra loro con un buon bilanciamento. E' necessario curare questa mescolanza, ed è necessario provare anche diverse volte per ottenere il risultato e la sfumatura desiderata.
E ho anche pensato che un amore sincero non può esimersi dall'avere come base di colore un'amicizia profonda e sincera, tanto rispetto, pazienza.
Poi certo, si deve aggiungere quel rosso carico che da una scossa al tutto. Ma non si può vivere solo di quel rosso, di quel colore così accesso che all'inizio abbaglia.
La base deve essere forte e solida e tenace, ma arrivare da un altro percorso.

E siccome di cose semplici ma importanti si sta parlando, aggiungo anche una poesia che ho incrociato in una scuola elementare e ci ricorda una semplice verità:

POICHE' TENTAR NON NUOCE
(R. Piumini)

Non aspettare che ci sia il sereno
o cada una tiepida pioggia
o l'orchestra dei fiori
cominci a suonare
o i già muti pesci
tacciano ancora di più.

Fa' che ti basti che cominci il giorno
e che sia fatto chiaro
come pagina bianca
voltata dopo
la nera.

Allora tieni la faccia
più alta che si può
e tenta

poichè tentar non nuoce.
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16 maggio 2013

#wearebeautiful


Oggi, complice un pomeriggio libero, sono andata alla ricerca di un abito per una cerimonia.
E, guarda caso, non ne ho trovato nemmeno uno che mi piacesse o, peggio, che mi stesse bene.
Cominciavo a demoralizzarmi, quando all'improvviso un pensiero mi ha colpita e ho pensato che forse, semplicemente, non avevo ancora trovato il modello che faceva per me.
E infatti così è stato. Non ho comprato nessun abito perchè non mi convincevano i colori di quelli che alla fine ho trovato mi stavano bene, ma non era più importante l'abito in sè quanto la conferma che in fondo, non siamo così come vogliono farci apparire.
Non siamo una taglia (grande o piccola che sia) e soprattutto non siamo l'immagine che di noi quelle taglie rimandano.
Perchè poi basta una fotografia o l'apprezzamento gentile di uno sconosciuto per ricordarti che la vita "vera" è fuori dalla tua testa, che a volte ti rimanda un'immagine inadeguata.

A pennello capita dunque l'aver incrociato questo semplice video della Dove, in cui un analista dell'FBI, di quelli che fanno i ritratti a seconda delle descrizioni delle persone, ritrae delle donne a partire da come loro si raccontano.
Chiede alle donne che ha ritratto di passare del tempo tra loro. Successivamente ripeterà il ritratto a partire dalla descrizione che le donne - a memoria - fanno l'una dell'altra.
Guardate il risultato :)
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9 maggio 2013

S(e)oul



Capita a volte di fare viaggi inaspettati.
E di pensare ovviamente alle strade tortuose e imprevedibili che ti hanno condotto lì, alla possibilità di arrivare dall'altra parte del mondo, in un luogo che mai avresti pensato di visitare. Letteralmente e metaforicamente.

A me è successo quindi di trovarmi a Seoul, in un periodo storico in cui tutti mi dicevano ma sei pazza, ma cosa parti a fare, ma vai a farti ammazzare bla bla bla.
Ma ci sono strade che sai essere sicure, a dispetto di tutte. E così è stato. Un'esperienza bellissima, che ha aperto uno spiraglio su una parte di mondo che avevo sempre trascurato e mai pensato mi avrebbe appassionata. E invece.

Seoul (la cui pronuncia corretta è Soul, proprio come 'anima') è una città enorme, moderna, tecnologica, in cui i retaggi del passato sono quasi confinati, quasi devono contendersi spazio con i grattacieli e le strade ampie.
E' una città che lascia però spazio al verde, ritagliandosi in mezzo al caos delle oasi enormi e meravigliose.
E' una città in cui non si respira affanno e il costo di cibo, servizi e trasporti è irrisorio se paragonato ai nostri.

E allora eccola, la mia Soul.

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19 aprile 2013

About liquorice, awards and Murakami (and something more...)


Qualche settimana fa (perdonate il ritardo!) mi è stato gentilmente assegnato un premio da Monica aka Giri di Giostra, il cui blog - se ancora non lo conoscete - vale la pena.
Mi piacciono infatti le persone determinate e sincere, e pur non conoscendola dalle sue parole traspaiono queste qualità.
Quindi oltre a ringraziarla, faccio ciò che mi è stato chiesto:

Le mie domande per voi:- Ultimo libro letto? 1Q84 di Murakami- Il tuo lavoro ideale? Il mio :-)- Casa colonica in campagna o appartamento in pieno centro storico? Appartamento in pieno centro storico, perchè se possedessi un appartamento simile potrei tranquillamente avere anche una casa colonica in campagna ;-)- Stai attenta a quello che mangi? Nì, nel senso che presto attenzione a livello igienico-sanitario, e se mi si propone un fastfood storco un pochino il naso, ma non ho pregiudizi o diktat alimentari che mi impediscono di entrare in un posto. Anzi, mi piace sperimentare!- Carne, pesce o legumi? Legumi! Ma non sono vegetariana.- Quando nella vita ti capita una delusione, come reagisci? Intristendomi, e successivamente rimboccandomi le maniche.- Cosa ti rende felice? Le coccole, il mio cane, il mio fidanzato, il buon cibo, gli amici, la buona musica, la mia famiglia, i viaggi, lo shopping. In ordine sparso.- Sei sportiva? Si, molto direi, anche se non sono un'addicted dell'attività fisica.- Un aggettivo per descrivere questo momento della tua vita. Intenso.- Amore significa: dare libertà o condivisione totale? Entrambe.- Cane o gatto? Cane, ovviamente :-)
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8 marzo 2013

What makes me smile


Oggi, sull'inserto Bellezza del Corriere, mi sono imbattuta in un editoriale di Giovanni Montanaro, giovane autore a me sconosciuto, ma che ha avuto il pregio di farmi riflettere sui sorrisi.

Mi piacciono molto le parole dell'autore, che penso valga la pena di riportare:
[...] I nostri sorrisi, quelli veri, sono sempre di qualcun altro. E' qualcun altro che li ha visti e che deve conservarli; ed è bello pensare che da qualche parte qualcun altro li porta con sè. Io ho una valigia di sorrisi di altri. Alcuni sono a pezzi, e la mia parte la tiene qualcuno, e talvolta accade che tornino indietro. Sono i sorrisi più belli, quelli che nascono sempre, a distanza di tempo, per lo stesso motivo, con le stesse persone. Sono le cose d'amore, quelle che si sanno in due, che hanno dentro la vita, il tempo. Quelle cose che nessun altro capisce e per cui nessun altro, se non noi, potrebbe sorridere.
E va da sè, nel giorno deputato a festeggiare le Donne, che il mio pensiero torni naturalmente al tuo sorriso, che ultimamente era senza denti ma non per questo era meno bello o meno intenso.
E il pensiero ritorna alla Donna che mi piacerebbe diventare, con la tua forza, la tua volontà e le tue capacità. Ma chissà, magari già un po' lo sono.
E sempre a proposito di sorrisi, lo so che il mio sorriso è la tua pace.
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