25 luglio 2013

La voce a te dovuta



Prendo in prestito il titolo di una raccolta di poesie di Pedro Salinas perchè credo che rappresenti bene ciò che provo in questo momento.
Ci sono vissuti, emozioni e sentimenti che esigono una voce, così come ci sono assenze che dobbiamo per forza lasciare tacere.

L'indignazione no, però. La protesta, nemmeno.
E così come la gratitudine.
Sono tre sentimenti cui si deve dare voce, dedicare uno spazio, lasciar parlare.

E tramite queste parole, allora, esprimo la mia indignazione e al contempo la mia gratitudine. Naturalmente su due fronti diversi, ma che in qualche modo sono vicini.
Protesto e mi indigno, come sempre, per la mancanza di coraggio e di trasparenza.
Ma forse non si può pretendere da chi è codardo che ammetta le proprie mancanze. Non ci si può aspettare un barlume di autocoscienza da chi ha sempre rifuggito i difetti inseguendo un'immagine di grandezza che fa in realtà acqua da tutte le parti.
La gratitudine va invece al silenzio e al rispetto. A chi all'opposto è in grado di stare fermo, seduto, a volte all'apparenza anche immobile, su una panchina. A chi professa la gentilezza, a chi mette sul piatto le proprie mancanze e in qualche modo ha il coraggio di guardarle in faccia.
Anche qui, di certo, l'errore è quello di cadere nell'illusione della dicotomia: bianco e nero.
E' sempre tutta una sfumatura di grigi.
Ma è meno pericoloso chi in qualche modo mostra ciò che non va, piuttosto di chi invece si ritiene un guerriero e in realtà l'unica lotta che è in grado di portare avanti è quella contro il mondo perchè deve difendersi perennemente dallo spauracchio del fallimento.

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